Ecco l’uomo (L. Rufo)
Ho visto un uomo con le mani in tasca
e i piedi nudi per non dimenticare
che se nel cuore tira burrasca
sembra di vivere col mal di mare,
ce la metteva tutta, ma non sapeva amare.
Qualcuno dice che ascoltava il bosco
con la sua pace e tutto quel silenzio,
soltanto il cuore a scandire il tempo
che se ne vola senza resistenza:
sembrava l’uomo della provvidenza.
Quante stazioni sul calendario
nel suo diario tanta emozione,
tutte le volte che immaginava
di aver sbagliato direzione
e poi fuggiva cavalcando il vento,
il vento dei suoi sogni di ragazzo,
non l’ho mai visto così contento,
nemmeno quando abbiamo rotto il ghiaccio.
Ho visto un uomo imprigionare il cielo
dentro ai suoi occhi verdi come il mare
e tanta voglia di parlare
a chiunque avesse il cuore affranto:
ho visto l’uomo della porta accanto.
Muove le foglie del suo cuscino,
mentre si fissa ad immaginare
che il mondo viva sopra un fuoco spento
da tutta l’acqua che ha versato il mare:
ho visto un uomo che sta per affogare.
Scrive canzoni come grattacieli,
mattone su mattone
ed impazzisce quando lo tieni
stretto nel collo di un’emozione;
però non fugge cavalcando il vento
perché ha capito che cos’è l’amore:
ora sorride perché è contento
che sulla terra risplenda il sole.